I “Ciceroni”in tempo
di crisi.
I Giovani al centro
del sistema: l’ “Idea è Dea”
Il Volontariato rappresenta un fenomeno
«straordinariamente vasto, vario e ricco», «una linfa vitale della nostra
convivenza» che bisogna «sostenere anche garantendo le risorse necessarie»
«proprio in questo momento di particolari difficoltà economiche». Così il
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha salutato la «Giornata
internazionale del volontariato» sottolineando «a nome della Nazione e delle
istituzioni repubblicane» l'importanza del suo «ruolo insostituibile».
Volontariato e terzo settore, secondo il capo dello Stato sono «punti di
riferimento e protagonisti attivi della nostra società civile.
Fatta questa doverosa premessa, mi preme sottolineare
qualche osservazione: la crisi economica attuale sta colpendo diversi settori,
tra cui l’intero sistema del Ministero per i Beni e le attività culturali
(MiBAC), dal suo organo centrale alle strutture periferiche. Pertanto, in
questa difficile situazione, le varie Soprintendenze sono arrivate al punto di
delegare a Fondazioni, attualmente in fase d’istituzione, la gestione diretta dei
Beni archeologici e storico artistici locali.
Rispetto a questa situazione interviene una crisi ancor
più profonda che sta coinvolgendo intimante anche il volontariato. Lo scoraggiante
dato della disoccupazione, e particolarmente il conseguente disagio giovanile,
sta allontanando dal mondo del volontariato una quantità sempre maggiore di
ventenni e trentenni, che vanno alla ricerca di una occupazione, emigrano verso
altre sedi oppure espatriano. Del resto gli ultimissimi dati pubblicati
all’inizio di questo mese dal Sole24ore registra al 29% il tasso di
disoccupazione, costituendo un nuovo record da gennaio 2004, a cui si affianca
l’insufficienza di politiche mirate.
Tale dato
rappresenta il più alto picco da quando si effettuano le rilevazioni, un
segnale davvero gravissimo che testimonia il disagio delle giovani generazioni,
costrette a confrontarsi con gli effetti di una crisi economica ancora “presente
ed invasiva” (G. Tremonti).
Così anche
la tradizionale formula del “Cicerone”, figura storica individuata dal Fai per
svolgere le tradizionali visite guidate nell'ormai nota “Giornata di primavera”
come per le altre attività svolte dalle delegazioni durante l’anno, potrebbe esser
aggiornata alla luce delle nuove professionalità presenti sul mercato le quali,
acquisite attraverso lauree specialistiche e Master professionalizzanti,
rappresentano un patrimonio e un punto di riferimento di fondamentale
importanza per lo svolgimento stesso delle iniziative, utilizzando e
valorizzando questa massa di “cervelli”, evitandone la fuga.
Infatti,
questo contesto sta rendendo più difficile la presenza costante dei “Ciceroni”,
per i motivi dell’esodo sopra esposto, in grado di condurre con competenze e
professionalità i turisti che partecipano alle iniziative culturali, o di
svolgere la propria funzione di tutor per le figure più giovani degli “Apprendisti”.
Ciò ovviamente
determina una sempre maggiore difficoltà nel portare avanti la forza e la funzione
strategica del volontariato all'interno dei vari tessuti cittadini, ove operano
le stesse Delegazioni.
A far
fronte a tutto questo potrebbe intervenire una formula ipotetica di lavoro su
cui sarebbe bene riflettere attentamente e per la quale si potrebbe avviare
qualche progetto sperimentale in varie sedi che ne possano presentare
l'apertura e la disponibilità già dalla prossima edizione della “Giornata di
Primavera” 2011.
Infatti,
se al fianco delle Delegazioni si formassero delle strutture affini in grado di
svolgere il ruolo di un organismo capace di lavorare sui canali di
finanziamento comunitari, regionali e locali, si potrebbero raggiungere alcuni
obiettivi:
·
Creazione
di strutture permanenti di “giovani laureati” sul territorio;
·
Evitare
che i Ciceroni, per i quali le Delegazioni si spendono con fatica per formarli
a dovere, vadano via;
·
Timida
risposta che il FAI può dare alla disoccupazione giovanile.
Così
facendo si creerebbe un nuovo metodo di reclutamento, individuato all'interno
di questo gruppo di giovani, laureati-disoccupati nelle discipline attinenti
alle nostre attività (Laurea Magistrale-quinquennale in Beni Culturali
archeologici, storico-artistici, della storia dell'architettura, nelle
discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo; in Scienze naturali e
ambientali) magari iscritti all'albo professionale provvisorio delle Guide
della propria Regione (il cui requisito fondamentale è il possesso della laurea
quinquennale -Magistrale/Specialistica o di vecchio ordinamento- con una tesi
di Laurea legata all'ambito territoriale nel quale si va ad operare. Tale
regolamentazione emerge dalla legge Bersani del 2007 e succ. modifiche).
In
questo modo sarà così possibile individuare dei “Volontari/Professionisti”, cioè delle vere figure di riferimento, utili ad affiancare l'attività organizzativa del Delegato alla cultura, al fine d’individuare dei punti strategici
di concerto con il resto della Delegazione.
Tale
ruolo andrebbe poi a convergere direttamente con alcune delle figure assenti nelle
Soprintendenze le quali, in questa fase di crisi profonda nella quale versano a
causa dei progressivi tagli di cui sono state oggetto da parte del Governo,
stanno vedendo al loro interno, un lento e progressivo momento di indebolimento
che le sta portando ad una fase di stallo irreversibile.
Pertanto
dei progetti mirati alla promozione e alla tutela dei propri beni non riescono
a partire dal Ministero, ma necessitano, giocoforza, d'esser veicolato attraverso
iniziative mirate da parte di privati o di Fondazioni.
In
questo caso il Fondo Ambiente Italiano costituirebbe un ruolo strategico
all'interno di questa logica; difatti, se la nostra mission è quella
della valorizzazione e promozione del territorio attraverso il valido apporto
dei nostri volontari, allora nella stessa maniera potremmo puntare sui “Giovani
del FAI” e coinvolgerli direttamente nei processi di costruzione dei rapporti
così individuati. In questo modo ogni Delegazione, in accordo con quelle della
propria Regione, potrebbe stabilire dei meccanismi di auto-finanziamento o
finanziamento (rispondendo a bandi di formazione comunitari o degli enti locali
-Province e Regioni) per le proprie
strutture periferiche (Delegazioni locali affiancate dalle “cooperative” o
organismi paralleli), capaci di poter investire sulla propria forza giovanile e
di inserirla direttamente sul territorio; in questo modo i vari Delegati locali
saranno in grado di svolgere dei servizi supportati dalla disponibilità di un
certo tipo di “Risorse umane-volontarie”, alle quali si potrà
corrispondere una sorta di “contributo-rimborso
spese” tale da poter incentivare l’entusiasmo e i propositi per le future iniziative.
In
questo modo il FAI potrebbe:
a. metter
in piedi un gruppo di studio-ricerca in grado di esaminare, sotto l’aspetto
legislativo, le possibilità (bandi) da cui attingere i fondi;
b. utilizzare
una percentuale dei fondi trovati per la Formazione;
c.rinnovare la
struttura delle Delegazioni, oggi basate esclusivamente su una fascia d’età che
dedica il proprio tempo libero al FAI
perché pensionata o altrimenti impegnata.
Probabilmente
con questa formula si creerebbe una sorta di “Volontariato Virtuoso” capace di attrarre le nuove generazione alla
collaborazione e, contestualmente, di arricchire il proprio bagaglio formativo
e “professionale”.
È
proprio sulla Formazione il punto chiave sul quale focalizzare la nostra
attenzione: la “Formazione Specifica”,
per definirla così, potrebbe esser svolta dagli stessi Delegati, i quali fornirebbero
il proprio bagaglio di competenze ai nuovi tesserati e a coloro che si
dimostreranno interessati, svolgendo incontri di conoscenza sul territorio. La stessa formazione potrebbe esser
affiancata da seminari universitari strategicamente organizzati ed individuati,
appoggiandosi alle strutture degli atenei locali con cui, ad esempio, le
Delegazioni sono già convenzionate; a ciò andrebbe abbinata la formazione
generale e specifica che già la sede nazionale del FAI ci fornisce, suddivisa per Macro-Aree
(Nord-Centro- Sud); così facendo si potrebbero individuare delle formule formative
di tipo monografico, utili per l’aggiornamento e l’organizzazione delle nostre
strutture.
In
questo modo si andrebbero ad abbattere le cosiddette barriere che esistono tra
il mondo delle associazioni ed i futuri volontari, coinvolti, così, in un
circuito culturale tale da poter orientare determinate scelte e fungere da
traino per nuove iscrizioni, e da prestigiosa vetrina per futuri sbocchi
professionali.
Allora sarebbe opportuno ricordare ancora le parole di
Napoletano, che ricorda che «abbiamo bisogno di questa grande scuola di
solidarietà che generosamente produce azioni, pratiche quotidiane e progetti i
quali rappresentano un contributo essenziale per la creazione di un diffuso
capitale sociale. Proprio in questo momento di particolari difficoltà
economiche è di fondamentale importanza sostenere il mondo del volontariato,
anche garantendo le risorse necessarie a tener fede alla sua insostituibile missione
riconosciuta da milioni di cittadini». (fonte:
Ansa)
relazione a cura del gruppo "Giovani"
della delegazione FAI di Chieti
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