domenica 4 marzo 2012

Un appello all'Europa della cultura



L'Italia, e in grande misura l'intera Europa, deve oggi fronteggiare una sfida non semplice: quella di ritrovare la via della crescita. È una sfida che non può esaurirsi nella messa a punto di vecchi modelli, e che richiede invece in larga misura un atto di coraggio e di visione; due ingredienti che mancano ormai da troppo tempo nelle pentole in cui si cucinano le ricette della politica economica nazionale e continentale. Che la cultura debba far parte in modo importante del nuovo scenario è una opinione ancora minoritaria ma sempre più diffusa; e prova ne è la sorprendente risposta suscitata dal Manifesto pubblicato da questo giornale due settimane orsono, e che è stato sottoscritto entusiasticamente non soltanto da gran parte del mondo culturale italiano, ma anche da esponenti di primo piano della scena europea come il commissario all'Istruzione e alla cultura Vassiliou e il ministro danese della Cultura Elbaek: una eventualità difficile da pronosticare anche per i più inguaribili ottimisti.
Nell'opinione di molti la cultura è tutt'altro che una leva di crescita, è piuttosto un buco che risucchia risorse invece di produrne e che non a caso è quindi destinata a subire tagli selvaggi in tempi di crisi. Ma questo punto di vista, che peraltro fa riferimento a una concezione decisamente obsoleta del ruolo
di Pier Luigi Sacco - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/pWjy9 http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-03-03/appello-europa-cultura-180004.shtml?uuid=AazBUe1E


La cultura in Francia vince
Vista da Parigi, la pioggia di Oscar sul film muto The Artist non è solo la vittoria della rischiosa scommessa fatta dal produttore Thomas Langmann e dal regista Michel Hazanavicius ma dell'intera industria cinematografica francese. Di più: della battaglia che la Francia combatte da decenni sulla cosiddetta "eccezione, o diversità, culturale". Dal 1990 le televisioni hanno un doppio obbligo: di destinare almeno il 2,5% dei loro ricavi alla produzione di film francesi e di dedicare metà della programmazione di film a opere francesi. Il risultato, secondo i sostenitori di un sistema che altri ovviamente accusano di protezionismo, è che nel 2011 la Francia ha prodotto 207 film, per un investimento di Marco Moussanet - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/hGTKQ http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-02-29/perche-politica-francese-vince-064122.shtml?uuid=Aad1OUzE

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